Nella mia vita di fotografo ho collaborato come insegnante
di posa fotografica con alcune agenzie di formazione per fotomodelle, insegnavo
alle aspiranti modelle a muoversi davanti all’obiettivo della fotocamera, come
gestire l’espressione corporea attraverso lo studio del corpo umano ( arti,
testa tronco ) e alla definizione delle pose. Molte volte sul set di posa fra
uno scatto e l’altro mi domandavo chi fra di loro sarebbe emersa fino al
professionismo e nonostante non fossi un indovino scorgevo sui volti di alcune
una forte determinazione, quasi un segnale che stava ad indicare la volontà di
riuscire ad imporsi. Alcune di loro oggi sono modelle importanti, le ritrovo
sulle pagine delle riviste di moda, e mi piace pensare che tutto ciò sia stato
possibile anche grazie al mio contributo.
Ma come si diventa Fotomodella, per spiegare quali sono i
percorsi da affrontare ho posto a Sonia, una giovanissima modella di Torino quattro
domande specifiche:
Come è quando è nato in te l’interesse per il mondo del
fashion e dell’immagine?
Fin da quando ero bambina sentivo che il mio futuro non
sarebbe stato vincolato ai parametri prestabiliti dalla società. Ero diversa,
volevo trasformare la mia esistenza in un’avventura e lo si poteva ben
percepire anche dalla mia creatività ed egocentrismo. I miei nonni possedevano
un negozio di abbigliamento e ricordo che ogni volta che andavo a far loro
visita trascorrevo moltissimo tempo nel camerino, indossando i vari capi
presenti in negozio: era entusiasmante! Mi piaceva osservare i particolari ,
guardare come alcuni indumenti potessero trasformare l’immagine di una
persona. A volte osservavo proprio il viso di alcuni
clienti, quando si guardavano allo specchio dopo aver finalmente scelto il capo
perfetto e mi chiedevo cosa li rendesse così euforici.
Crescendo si evolveva sempre di più questa mia vena artistica e mi interessavo sempre di più al mondo della moda e di tutto ciò che riguardasse l’immagine, inglobando anche il trucco, la cura di sé stessi .. eppure ero solo poco più che una bambina.
Crescendo si evolveva sempre di più questa mia vena artistica e mi interessavo sempre di più al mondo della moda e di tutto ciò che riguardasse l’immagine, inglobando anche il trucco, la cura di sé stessi .. eppure ero solo poco più che una bambina.
Guardavo tanti video musicali ricordo, specialmente ero innamorata di Shakira, mi piaceva come si presentava al pubblico; riusciva ad essere sensuale pur non cadendo nella volgarità.
Poi ricordo che iniziai a navigare su Internet, immergendomi in una dimensione completamente nuova: lì avrei potuto scoprire tantissime cose e interessarmi sempre più a ciò per cui mi brillavano gli occhi.
Così iniziai ad informarmi online circa questo mondo, iniziai a vedere una miriade di sfilate e mi domandavo se un giorno avessi potuto partecipare anche io a qualcosa del genere.
Quali sono stati i primi contatti che hai preso e con chi
All’inizio dell’adolescenza, intorno ai 14 anni, miei
genitori contattarono una agenzia di model’s management, dopo un primo incontro
preliminare mi è stato richiesto un book fotografico, la mia prima volta sul
set è stata un’esperienza fantastica anche se ero preoccupata non sapendo bene
cosa fare, incontrai un fotografo di
nome Luca Castagno, che con grande professionalità e pazienza mi mise a mio
agio e mi guidò nelle pose. Poi l’agenzia fece il resto per inserirmi fra le
loro modelle. Luca mi chiamò spesso per altre collaborazioni, feci dei lavori
con delle ragazze più grandi di me che mi raccontavano le loro esperienze.
Loro erano già modelle professioniste a tutti gli effetti, ne ricordo una che era arrivata alla finale di Miss Italia e io mi sentivo come una piccola allieva che avrebbe potuto imparare molto da quelle “maestre”.
Le osservavo sul set e guardavo come la loro sensualità prevalesse su tutti i pensieri banali della gente che non sa e parla per noia e questa cosa mi piaceva sempre di più.
Iniziai, infatti, a dare un senso sempre più concreto a ciò che facevo e difatti non era più un semplice “set fotografico” ma una comunicazione a tutti gli effetti della mia immagine attraverso le forme, gli abiti e le espressioni. Dopo varie esperienze, raggiunta la maggiore età, ho iniziato a posare per servizi di nudo artistico, che ci tengo a precisare sono delle foto molto soft prive di volgarità.
Mi piace pensare di andare contro le solite regolare morali, conformiste, buoniste che poi non hanno nulla di così fondato. Rispetto le idee di tutti ma mi piace pensare di poter riuscire a liberarsi da quelle catene che ci hanno imposto, che non dovrebbero esistere a parer mio. Penso non ci sia nulla di più naturale e affascinante del corpo umano e il senso che si vuol dare ad un corpo nudo, sta nella mente della persona che osserva. Un corpo diventa volgare perché la persona che lo osserva, molto probabilmente, non riesce ad andare oltre. Io ho iniziato a posar nuda volendo proprio “spaccare” questi schemi. Non mi piace la volgarità e nemmeno l’esasperazione e la mercificazione del corpo, bensì, mi piace pensare che ci sia qualcuno che possa apprezzare la vera natura umana, le forme e i colori del corpo, ciò che può comunicare attraverso le sue particolarità.
Le donne, purtroppo, sono sempre state additate per le loro azioni e sono sempre oggetto di scalpore e scandalo e proprio in questi contesti se ne parla maggiormente.
Per fortuna le persone che mi stanno accanto mi hanno sempre sostenuta e mi hanno indirizzata sulla giusta strada consentendomi così di vivere il mio percorso nel modo più sereno e “protetto” possibile.
Ritieni che il tuo sia un lavoro facile?