giovedì 8 febbraio 2018

Come nasce una modella










Nella mia vita di fotografo ho collaborato come insegnante di posa fotografica con alcune agenzie di formazione per fotomodelle, insegnavo alle aspiranti modelle a muoversi davanti all’obiettivo della fotocamera, come gestire l’espressione corporea attraverso lo studio del corpo umano ( arti, testa tronco ) e alla definizione delle pose. Molte volte sul set di posa fra uno scatto e l’altro mi domandavo chi fra di loro sarebbe emersa fino al professionismo e nonostante non fossi un indovino scorgevo sui volti di alcune una forte determinazione, quasi un segnale che stava ad indicare la volontà di riuscire ad imporsi. Alcune di loro oggi sono modelle importanti, le ritrovo sulle pagine delle riviste di moda, e mi piace pensare che tutto ciò sia stato possibile anche grazie al mio contributo.

Ma come si diventa Fotomodella, per spiegare quali sono i percorsi da affrontare ho posto a Sonia, una giovanissima modella di Torino quattro domande specifiche:





Come è quando è nato in te l’interesse per il mondo del fashion e dell’immagine?



Fin da quando ero bambina sentivo che il mio futuro non sarebbe stato vincolato ai parametri prestabiliti dalla società. Ero diversa, volevo trasformare la mia esistenza in un’avventura e lo si poteva ben percepire anche dalla mia creatività ed egocentrismo. I miei nonni possedevano un negozio di abbigliamento e ricordo che ogni volta che andavo a far loro visita trascorrevo moltissimo tempo nel camerino, indossando i vari capi presenti in negozio: era entusiasmante! Mi piaceva osservare i particolari , guardare come alcuni indumenti potessero trasformare l’immagine di una persona.  A  volte osservavo proprio il viso di alcuni clienti, quando si guardavano allo specchio dopo aver finalmente scelto il capo perfetto e mi chiedevo cosa li rendesse così euforici.
Crescendo si evolveva sempre di più questa mia vena artistica e mi interessavo sempre di più al mondo della moda e di tutto ciò che riguardasse l’immagine, inglobando anche il trucco, la cura di sé stessi .. eppure ero solo poco più che una bambina.


Guardavo tanti video  musicali ricordo, specialmente ero innamorata di Shakira, mi piaceva come si presentava al pubblico; riusciva ad essere sensuale pur non cadendo nella volgarità.
Poi ricordo che iniziai a navigare su Internet, immergendomi in una dimensione completamente nuova: lì avrei potuto scoprire tantissime cose e interessarmi sempre più a ciò per cui mi brillavano gli occhi.
Così iniziai ad informarmi online circa questo mondo, iniziai a vedere una miriade di sfilate e mi domandavo se un giorno avessi potuto partecipare anche io a qualcosa del genere.



Quali sono stati i primi contatti che hai preso e con chi



All’inizio dell’adolescenza, intorno ai 14 anni, miei genitori contattarono una agenzia di model’s management, dopo un primo incontro preliminare mi è stato richiesto un book fotografico, la mia prima volta sul set è stata un’esperienza fantastica anche se ero preoccupata non sapendo bene cosa fare, incontrai  un fotografo di nome Luca Castagno, che con grande professionalità e pazienza mi mise a mio agio e mi guidò nelle pose. Poi l’agenzia fece il resto per inserirmi fra le loro modelle. Luca mi chiamò spesso per altre collaborazioni, feci dei lavori con delle ragazze più grandi di me che mi raccontavano le loro esperienze.


Loro erano già modelle professioniste a tutti gli effetti, ne ricordo una che era arrivata alla finale di Miss Italia e  io mi sentivo come una piccola allieva che avrebbe potuto imparare molto da quelle “maestre”.
Le osservavo sul  set e guardavo come la loro sensualità prevalesse su tutti i pensieri banali della gente che non sa e parla per noia  e questa cosa mi piaceva sempre di più.
Iniziai, infatti, a dare un senso sempre più concreto a ciò che facevo e difatti non era più un semplice “set fotografico” ma una comunicazione a tutti gli effetti della mia immagine attraverso le forme, gli abiti e le espressioni. Dopo varie esperienze, raggiunta la maggiore età, ho iniziato a posare per servizi di nudo artistico, che ci tengo a precisare sono delle foto molto soft prive di volgarità.


Mi  piace pensare di andare contro le solite regolare morali, conformiste, buoniste che poi non hanno nulla di così fondato. Rispetto le idee di tutti ma mi piace pensare di poter riuscire a liberarsi da quelle catene che ci hanno imposto, che non dovrebbero esistere a parer mio. Penso non ci sia nulla di più naturale e affascinante del corpo umano e il senso che si vuol dare ad un corpo nudo, sta nella mente della persona che osserva. Un corpo diventa volgare perché la persona che lo osserva, molto probabilmente, non riesce ad andare oltre. Io ho iniziato a posar nuda volendo proprio “spaccare” questi schemi. Non mi piace  la volgarità e nemmeno l’esasperazione e la mercificazione del corpo, bensì, mi piace pensare che ci sia qualcuno che possa apprezzare la vera natura umana, le forme e i colori del corpo, ciò che può comunicare attraverso le sue particolarità.
Le donne, purtroppo, sono sempre state additate per le loro azioni e sono sempre oggetto di scalpore e scandalo e proprio in questi contesti se ne parla maggiormente.
Per fortuna le persone che mi stanno accanto mi hanno sempre sostenuta e mi hanno indirizzata sulla giusta strada consentendomi così di vivere il mio percorso nel modo più sereno e “protetto” possibile.


Ritieni che il tuo sia un lavoro facile?

Molti non comprendono la vera professione della modella, La realtà è che ti stravolge la vita anche nella quotidianità, Il lavoro non finisce nel momento in cui esci dallo studio fotografico, questo impiego comporta un lavoro costante e molta disciplina durante la vita di tutti i giorni. la cura della propria immagine, l’alimentazione, l’attenzione alla forma fisica, fino a considerare cose di natura pratica: per esempio se ho uno shooting programmato i giorni precedenti faccio molta attenzione a cosa mangio, a riposarmi, evitare stress che possano alterare il mio equilibrio psicofisico .  Saper gestire tutte queste situazioni e cercare di ordinarle nella maniera più razionale.
E vi domanderete: come mai?


La vita sregolata non va a braccetto affatto con la vita delle modelle, tutt’altro. cura del proprio corpo, ma soprattutto non fare di tutto ciò una vera e propria ossessione.
Io mi alleno quattro volte a settimana in sala pesi, è uno sport che non pratico da molto, bensì, mi è sempre piaciuto e mi ha sempre attratto l’idea che una donna potesse apparire così “potente” e sensuale nello stesso momento. Di solito la palestra è associata al genere maschile, proprio per questo forse, essendo io una ragazza a cui piace andare controcorrente, mi sono presa l’impegno di fare della palestra la mia passione e il mio sport.


 


Consiglierensti ud una ragazza giovane di

Il mio più grande sogno rimane quello per cui mi sento di vivere da quando sono piccola e spero di poterlo realizzare al meglio: riuscire a non vivere nella mediocrità e di realizzare appieno i miei desideri.


Non consiglierei questo lavoro ad altre ragazze, piuttosto direi di inseguire sempre i propri sogni e di cercare di individuare un obiettivo e spendere tutte le proprie energie e strategie per riuscire a soddisfarlo e, sì, se fosse quello di intraprendere la carriera di modella lo consiglierei certamente.
Io amo questo mondo e per ciò non mi pesa nulla di tutto ciò che comporta farne parte, mentre se non fosse così ritengo sia molto complicato equilibrare una serie di cose; ma questo accade già per tutti gli altri lavori.