mercoledì 23 dicembre 2015

Aspettando la neve





Se siete amanti della montagna soprattutto quella ad alta quota ecco alcuni consigli che spesso vengono ignorati per le attrezzature fotografiche, manca pochissimo a Natale e molti di noi seguono le previsioni del tempo sperando in abbondanti precipitazioni nevose sulle alpi pronti a tirare fuori le attrezzature sportive invernali, tavole, sci, ciaspole pattini ecc. Ma anche la nostra fedele fotocamera sempre pronta all’uso ci accompagnerà nelle nostre scorribande alpine per riportare a casa scenari mozzafiato e sensazioni legate ai ricordi.

 Le condizioni climatiche che una fotocamera affronta nell’uso quotidiano sono molto diverse in inverno, innanzitutto le batterie che subiscono un calo prestazionale notevole e che ci possono mollare all’improvviso durante uno scatto, le macchine compatte sono le più vulnerabili occorre tenerle al caldo, la tasca del piumino è la più adatta, usatela solo per lo scatto poi quando avete finito riponetela nuovamente in una tasca comunque a contatto con il corpo, ricordo un’escursione invernale nel cuore del parco del Gran paradiso, un gruppo costituito da 12 persone e temperatura di -17° dopo meno di un’ora solo due escursionisti dotati di reflex continuavano a scattare le compatte si erano arrese tutte.

Naturalmente questa regola serve anche per le reflex dove però le batterie essendo alloggiate nell’impugnatura vengono avvolte dal calore della mano inoltre lo spessore delle pareti della cassa è maggiore ed è più isolante. Il nemico numero due è l’umidità non solo quella dell’aria ma anche la condensa nei rapidi cambi di temperatura, entrare in un locale riscaldato da una temperatura esterna sotto allo 0° significa sottoporre la macchina fotografica ad uno choc termico fortissimo, oltre a risentirne l’elettronica può creare inconvenienti all’obiettivo, soprattutto nel caso di ottiche datate, vi ricordo che nei gruppi di lenti c’è il vuoto proprio per evitare la condensa, se l’impermeabilità non è più perfetta ecco che vedrete affiorare pericolose micro goccioline interne fra le lenti che oltre a creare aberrazioni possono danneggiare le lamelle del diaframma realizzate con sottilissimi lamierini.

 Può capitare che anche il motore dell’autofocus smetta di funzionare costringendoci ad usare la messa fuoco manuale, non spaventatevi cambiando temperatura ripartirà come prima. Fotografare la superficie della neve soprattutto in controluce è fantastico, i cristalli di acqua ghiacciata formano un mare di brillantini 

che illuminati dal sole sembrano riflettere luce propria, la sensazione visiva che percepiamo spesso non corrisponde alla fotografia, questo perché gli esposimetri ed i programmi delle fotocamere per quanto evoluti vedono in realtà una grande massa di luce e di conseguenza impostano i parametri esposimetrici tendendo alla sottoesposizione, risultato, neve grigia con molto dettaglio ma senza quella brillantezza e sensazione di leggera sofficità che il nostro occhio percepiva, usate il compensatore di esposizione aumentando di uno stop l’esposizione noterete un recupero del contrasto e brillantezza nelle zone bianche pur non perdendo dettaglio o causando buchi bruciati nelle alte luci. 

Anche il bianco nero è una grande risorsa che se ben gestito crea attraverso le forme astratte create dalla neve e le ombre deii giochi fotografici meravigliosi, paesini di montagna, mucchi di neve possono essere soggetti molto adatti allo scatto in bianco nero, e poi naturalmente la fantasia espressiva del nostro occhio. Auguri e Buone vacanze sulla neve.

martedì 29 settembre 2015

Collezionare vecchie fotocamere





A tutti noi è capitato di imbattersi in un mercatino dell’usato, ogni domenica

 sparsi sul territorio, ve ne sono molti, quale occasione migliore per trovare su una bancarella una vecchia macchina fotografica da portare a casa a poco prezzo, se il nostro acquisto è stato fatto sull’onda dei ricordi o dell’oggetto da usare come complemento d’arredo la cosa non avrà un seguito ma se, affascinati dalle forme, la tecnica costruttiva, la meccanica o il blasone della casa produttrice ecco che siete pronti a indossare i panni del collezionista.

Vi si aprirà un modo affascinante, insidioso, esaltante quanto pericoloso di grandi soddisfazioni e di discussioni famigliari costellato da una miriade di sedicenti esperti della domenica preparatissimi ma spesso sprovveduti che vi confonderanno ancora di più le idee.
E’ una materia che conosco bene, ho dedicato molti anni della mia vita al collezionismo e oggi sono in grado di dare alcuni consigli per evitare sorprese e ingenti perdite di denaro, dal 1838 sino a una ventina di anni fa sono state costruite e vendute nel mondo migliaia di modelli diversi di macchine fotografiche, che moltiplicate per la produzione di migliaia di esemplari, ognuna hanno generato milioni e milioni di macchine prodotte, orientarsi non è facile, innanzi tutto consiglio di documentarsi scegliendo alcuni libri specifici, la bibbia indiscussa è il McKeown’s price guide to antique & classic cameras, un completissimo catalogo

 che racchiude quasi lo scibile universale delle fotocamere, costa una fucilata ma ne vale la pena, dopo aver dato una prima occhiata generale capire su quali anni di produzione dirigersi es. macchine degli anno 1930/1940  oppure folder a soffietto degli anni 1910/1920

 oppure le prime reflex di produzione giapponese ecc. 


Provate a individuare alcune case produttrici che sceglierete secondo le vostre preferenze per motivi tecnici, o per filosofie costruttive per scelta dei sistemi ottici, ora non rimarrà che indirizzarsi su alcuni modelli specifici e infine aprire le battute di caccia, ecco che concentrandosi su alcuni modelli per volta diventerà più semplice capire cosa state acquistando a che prezzo e in che condizioni. Quante volte in studio il lunedì mattina mi arrivava qualche cliente in stato di esaltazione perché il giorno prima aveva

 comperato su di una bancarella una Leica F d’oro pagandola 500.000/600.000 lire e credendo di avere fatto il colpo del secolo, solo che la domenica dopo sulla stessa bancarella compariva un’altra macchina uguale e la domenica successiva e accora, controllavo i numeri di serie dal libro ufficiale Leica per scoprire che nemmeno uno corrispondeva  e che si trattava di una falsa Leica ma di un autentico tarocco. L’attenzione è d’obbligo se si parte dal presupposto di trovare una autentica rarità al prezzo delle patate lasciate perdere, chi vende i propri oggetti sulla bancarella conosce i propri articoli e vi garantisco che è molto difficile imbarresi in una rarità non riconosciuta dal venditore ed acquistabile a poco, la strada più redditizia è quella degli annunci, eby, seconda mano, subito ecc. Se trovate il modello che state cercando, contattate il venditore e ragionate sul prezzo che deve essere equo per entrambi, fate leva sul fatto che se il venditore chiede un prezzo troppo alto non riuscirà mai a vendere l’oggetto, il collezionista non è disposto a spendere più del valore commerciale e che quindi il pezzo rimarrà invenduto per molto tempo. Esigete sempre di provare il funzionamento dell’apparecchio, per quelli dotati di otturatore centrale

 i tempi lunghi sono i più critici dal 1/5 di secondo in poi potrebbero non funzionare, polvere e strati di vecchi lubrificanti  impastano le spire delle molle e non permettono ai tempi lunghi di funzionare a dovere, per gli otturatori a tendina

 l’elasticità della stoffa con cui sono realizzati potrebbe essere compromessa, le tele erano spalmate con una resina contenente nero fumo che serviva per tappare le porosità della tela ed  impermeabilizzare alla luce il materiale stesso, questa resina si secca e screpola creando micro tagli nella tela, sono le vecchie Leica

 avevano un trattamento diverso che le ha conservate dignitosamente  fino ai nostri giorni. Marche su cui rivolgere le proprie attenzioni potrebbero essere oltre alle blasonate Leica Rolleiflex  Contax , ottime case quali Kodak, Agfa, Balda, Voigtlander, Zeiss ikon, Exacta solo per citarne alcune ma l’elenco è lungo. Oppure cercare le rare case italiane come le Officine Galileo, la Ducati, Murer la Mentor, Lamperti e Garbagnati, la Ibis, Bencini.

Senza fretta riuscirete e mettere insieme un certo numero di apparecchi che possono rappresentare in scala ridotta l’evoluzione della tecnologia fotografia del secolo scorso, creare in voi la consapevolezza che prima del telefonino le persone hanno usato con successo per decenni strumenti che ancora oggi incutono rispetto per la tecnica costruttiva e la precisione meccanica.
Luca Castagno

venerdì 31 luglio 2015

Sala di posa. Un grande contenitore d’idee





Quasi tutti i fotografi amatori o professionisti subiscono il fascino della sala di posa, uno spazio dedicato alle idee da sviluppare e realizzare attraverso attrezzature giuste ma cosa non tutti sanno è che lavorare in sala di posa prevede una certa preparazione, un lavoro di pianificazione di cosa si vuole realizzare prevedendo ogni passaggio a tavolino.
La sala di posa è una grande scatola, uno spazio (contenente delle attrezzature fotografiche specifiche, lampade, supporti cavalletti stativi, fondali di vari generi dalla carta alla stoffa, grandi illuminatori per superfici estese o piccole luci per illuminare oggetti piccolissimi), in cui possiamo portare cose o persone.

Per lavorare con successo e produrre scatti fotografici che assecondino le nostre idee, occorre innanzitutto avere un progetto immagine in testa svilupparlo scomponendolo in tutte le sue parti cercando di fare una lista degli oggetti che occorre procurare, poi comporre l’immagine prevedendo i fondali da usare per colore e conformazione, come stenderli e quali parti saranno impiegate da oggetti o persone in questa fase è molto importante definire le proporzioni se dobbiamo fotografare un gruppo di famiglia o di amici di 7/8 persone un fondale di larghezza standard 270 cm non basterà ecco che bisognerà procurarne uno più grande o prevedere l’uso di focali più lunghe per avere maggiore proporzione fra primo piano e sfondo arretrando la fotocamera molto di più.

La fase successiva interessa le luci da usare, lo studio preventivo degli schemi di luce evitando di avere il soggetto pronto sul fondale e provare a mettere luci per cercare di illuminarlo, questa è il sistema più facile per far perdere la concentrazione ai soggetti che spesso si pongono dubbi sulle reali capacità del fotografo. Consiglio di prepararsi dei bozzetti molto semplici schematizzando dove porre il soggetto, un’idea di posa, e le nostre preziose luci croce e delizia di molti fotografi.

La padronanza degli strumenti è importantissima meno tempo si perde per disporre o capire il funzionamento delle attrezzature maggiore sarà il tempo e la concentrazione dedicata allgli scatti.
Quando si fotografano oggetti, è importantissimo immaginarne i supporti, quasi tutte le sale posa hanno un angolo dedicato alla ferramenta, attrezzi che permettano di costruire velocemente con staffe filo dio ferro, fascette ecc. Supporti per tenere nella posizione desiderata oggetti vari che non sempre sono adagiato su superfici regolari quali tavoli o simili, ecco che un trapano, alcune punte pinze un seghetto o un piccolo saldatore tornano utili.

Dietro ogni scatto fotografico di successo raramente c’è improvvisazione tutto è pensato e studiato prima per evitare di perdere tempo prezioso, importante quando la struttura che occupiamo è a noleggio, fate sempre un sopraluogo, valutate gli spazzi e le attrezzature che userete se non vi sentite sicuri chiedete informazioni sul funzionamento di cosa non vi convince, anche per evitare di danneggiarle con un uso improprio, ricordate sempre quando fotografate modelle/i le pause, che sono necessarie per stemperare la tensione e riacquistare la giusta concentrazione e il confort quale, la temperatura dell’ambiente, musica di sottofondo e il fattore umano.

Esprimete le vostre idee  e che tutto ciò rappresenti un divertimento.
Luca Castagno

sabato 4 luglio 2015

Come orientarsi per l'acquisto della fotocamera



Molti mi domandano come orientarsi per l’acquisto della fotocamera, quali sono le caratteristiche tecniche da valutare come scegliere fra modelli simili ma di case diverse o come interpretare le lunghezze focali delle ottiche.
La prima cosa da stabilire è il tipo di macchina : compatta

 o reflex, se desideriamo avere una fotocamera di dimensioni piccolissime da tenere sempre in tasca pronta all’uso in pochi istanti e capace di scattare fotografie con grande facilità in modo intuitivo  in grado di girare piccoli filmati di qualità accettabile, direi che la scelta è  per una macchina compatta.

 La quantità di modelli in commercio è enorme, ogni produttore ne ha in listino molte divise per fascia di prezzo e prestazioni, la fascia bassa propone macchine semplici, piccole con obbiettivi zoom dotati di una escursione focale non molto ampia e poco luminosi, i corpi macchina si presentano con livree molto colorate e simpatiche spesso hanno gadget quali  la cassa impermeabile, schermo a tutta dimensione, stabilizzatore di immagine, gli obbiettivi sono quasi sempre zoom 5X ed i sensori sono dei CCD dai 12 ai 16 MP.

Le macchine di fascia media offrono sensori con circa 18/20 MP. Schermi  grandi ed orientabili e zoom da 7 X a oltre  30 X ma sempre purtroppo poco luminosi, hanno il Wi-Fi integrato, GPS e possono registrare filmati HD, sono molto sottili ma il corpo macchina per motivi tecnici è più voluminoso. La scelta per macchine di questo livello deve nascere dalla esigenza di catturare immagini con facilità ma più studiate ed impostate rispetto alla classica istantanea se siete dei viaggiatori, amate il turismo fotografico che non vi impegni con pesi ed attrezzature può essere una valida scelta.

La fascia alta prevede modelli con corpi macchina più grandi e dal design più formale ricordano le macchine a telemetro del passato, i sensori sono da 1/1,7 pollici spesso non CCD ma CMOS, sono dotate di mirino ottico o elettronico schermo orientabile zoom 7X di buona luminosità e la possibilità di registrare immagini in RAW ed hanno le preziose funzioni manuali, i sensori inoltre sono molto sensibili, alcune arrivano a 6.400 ISO. Ritroviamo alcune caratteristiche tecniche peculiari delle reflex in un corpo più piccolo, questi modelli possono raggiungere prezzi molto alti se prodotti da case blasonate e dotati di obbiettivi sfiziosi firmati Zeiss o Leica,. In questo caso consiglio di ponderare molto bene l’acquisto, i prezzi possono essere gli stessi di una reflex di fascia entry level ma le prestazioni nonostante tutto non raggiungono le stesse performance, il limite è rappresentato dall’impossibilità di cambiare l’ottica non montare accessori specifici, ed avere una autonomia limitata, inoltre per fornire l’immagine in Live view, il sensore è sempre attivo anche nel caso del mirino elettronico.

 Sono oggetti molto belli dal design raffinato e che riaccendono nella mente il fascino di tenere fra le mani le vecchie macchine a telemetro .
Se volete trasformare il desiderio di scattare istantanee in passione fotografica la scelta cade su di una reflex, la versatilità di questi apparecchi è imbattibile il mondo reflex dal lontano 1930 ad oggi sei è evoluto ed arricchito di accessori, sistemi ottici specifici, funzioni intrinseche delle macchine a tal punto da permettere di coprire ogni tipo di esigenza fotografica, dalle foto spaziali alla subacquea.

Le principali case propongono solitamente due fasce specifiche le consumer e le professional, le consumer sono denominate DX hanno il sensore di 23,7X15,6 centimetri.



 Le professional hanno un sensore full frame di 24X36 centimetri e sono denominate FX, occorre fare una precisazione tutte le case per le DX hanno misure del sensore personalizzate con scarti di millimetri in eccesso o in difetto. I corpi macchina sono leggeri e di dimensioni che possono aumentare in base hai modelli ma senza raggiungere ingombri e pesi eccessivi, i sensori hanno dai 12 ai 24 MP e le sensibilità raggiungono i 6.400 ISO


 che può essere sfruttata anche per girare filmati di buona qualità. I prezzi salgono dai modelli  base a quelli più sofisticati e possono raggiungere cifre impegnative, la qualità costruttiva è di buon livello anche se devo ammettere per esperienze che alcune curano maggiormente i materiali usati e garantiscono più robustezza, altre danno la sensazione di aver fra le mani un oggetto concedetemi il termine “ plasticoso “ che spesso non è giustificato dal prezzo. Non consiglio di avventurarsi in raid fotografici estremi, eccessivo calore, molta polvere o freddo intenso, umidità eccessiva possono danneggiare apparecchi che non sono progettati specificatamente per un uso in condizioni severe, e ne ho viste tante di macchine danneggiate per un uso improprio.
Le macchine Professional hanno standard costruttivi diversi, robusto corpo in lega leggera,

guarnizioni tropicalizzate efficienti per polvere e pioggia, molti particolari in metallo sopratutto nelle parti a contatto e soggette ad usura, uso limitato di plastiche ed impugnature gommose più morbide per avere più grip. I sensori sono FX e le sensibilità possono spingersi fino a 100.00 ISO.  Questi strumenti di lavoro hanno dimensioni e pesi importanti se vengono dotate di ottiche luminose e voluminose tenerle al collo per una giornata di shooting è stancante, le prestazione grazie a sensori che possono arrivare alla soglia dei 40 MP sono straordinarie ma il tutto a fronte di un elevato prezzo di acquisto, la durata nel tempo è garantita da componenti collaudati ed efficienti e possono essere usate anche in condizioni estreme, ricordo un inverno in montagna esposto per otto ore a –21° l’autofocus dell’obbiettivo montato ha smesso di funzionare praticamente subito ma il corpo macchina non ha perso un colpo nel mio gruppo di allievi dopo 4 ore al freddo il 50% aveva la macchina bloccata, non ho esperienza riguardo al calore eccessivo.
Molto utile ricordare che la possibilità di impiegare ISO alti mantenendo un basso livello di rumore dipende dalla quantità di Pixel, più è elevata maggiore sarà il disturbo elettronico, ecco perché alcune macchine professional di alto costo hanno pochi milioni di Pixel.
Per concludere pensate sempre che otre all’impatto emozionale dell’oggetto stesso che state acquistando alla fine contano le caratteristiche tecniche che devono assecondare il più possibile le vostre reali esigenze, in una parola unica RAZIONALITA’.
In un prossimo articolo vi parlerò dettagliatamente delle fotocamere MIRRORLESS prodotti affascinanti e pratici.
Luca Castagno


mercoledì 17 giugno 2015

Light painting " quando la luce disegna ".



Il termine fotografia è costituita da due parole greche “ Photo e Graphos “ , letteralmente disegnare con la luce, è la luce infatti che impressionando la vecchia pellicola o raggiungendo il sensore della nostra fotocamera crea l’immagine, ma quando siamo noi ad impiegare una fonte luminosa per scrivere attraverso un otturatore aperto allora la definizione diventa Light Painting.
La tecnica consiste nel selezionare sulla nostra fotocamera un tempo di otturazione molto lungo usando una posa B, quando l’otturatore è aperto in un ambiente privo di luce è sufficiente attivare una piccola fonte luminosa, una pila tascabile  un piccolo led e posizionarsi nello spazio davanti alla fotocamera all’interno dell’inquadratura poi disegnare nello spazio come se avessimo di fronte un grosso pezzo di carta. Ecco che scritte, parole o disegni più complessi appariranno nella nostra fotografia, per realizzare tutto ciò occorre un trepiede per sostenere la fotocamera, una macchina che abbia tempi molto lunghi, alcune permettono di selezionare fino a 30 secondi o meglio ancora la posa B ( ricordo che in molte macchine la dicitura giusta è Bulb ).



Dotarsi di un fondale nero, grigio scuro, marrone o blu scuro e di alcune fonti di illuminazione di piccole dimensioni  meglio se led. Tutto ciò è sufficiente per le prime esperienze ed imparare a gestire mantenendo un tempo di apertura dell’otturatore fisso, l’apertura del diaframma che in questo caso è sensibile nei confronti del risultato finale, non dimenticate la sensibilità ISO che consiglio di tenere sempre al minimo, la cosa spiegata in questi termini sembra molto semplice, ma provando vi accorgerete che si tratta di un raffinato gioco di equilibrio fra tempo di posa, intensità della luce usata ed apertura del diaframma. Con questo sistema potete anche illuminare settorialmente con effetti interessanti soggetti statici,

 fate attenzione a quando vi spostate al buio davanti alla macchina in posa. Il discorso si fa più complesso se desiderate fotografare soggetti dinamici per es. una modella/o, dovremo predisporre un illuminatore rigorosamente flash sul soggetto in modo che la luce che lo colpisce non illumini il fondo retrostante, mantenere molto scuro il set in modo che nel momento dello scatto il flash illumini solo il soggetto impressionando l’immagine sul sensore e permettendo la successiva pennellatura con la luce portatile, questo è il passaggio più delicato, se la luce è troppo vicino al soggetto o si muove lentamente si corre il rischio di illuminare il soggetto stesso ed avere un’immagine doppia e mossa.

Se la luce è troppo veloce otterrò una traccia sbiadita e sottilissima, le prove sono indispensabili per capire il giusto compromesso fra la luce principale e la luce passiva che crea le tracce grafiche, presa dimestichezza con la tecnica e possibile utilizzare il light painting anche in esterno con spazi più ampi e con più soggetti e con luci di colori diversi, oggi la tecnologia led aiuta molto date le piccole dimensioni delle fonti luminose il resto è pura fantasia e sperimentazione.

Luca Castagno